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Saragat, Giuseppe.

Uomo politico italiano. Dopo aver partecipato come volontario alla prima guerra mondiale, entrò nel neonato Partito Socialista Unitario (socialisti riformisti) nel 1922; nel 1925 fece parte della direzione del partito, a fianco di Claudio Treves. Perseguitato dal regime fascista, di cui fu acceso oppositore, fu esule dal 1926 in Svizzera, Austria e Francia, dove strinse solidi legami con altri esuli antifascisti, tra cui P. Nenni, F. Turati e i fratelli Rosselli. Rientrato in Italia nel 1943, si dedicò alla riorganizzazione del Partito Socialista; arrestato a Roma e consegnato ai Tedeschi, riuscì a evadere e a riprendere l'attività politica quale membro dell'esecutivo del suo partito. Ministro senza portafoglio del Governo Bonomi (1944), fu in seguito ambasciatore italiano a Parigi (1945-46) e membro dell'Assemblea Costituente (1946), di cui tenne la presidenza fino al gennaio 1947, quando fu artefice della scissione della componente socialdemocratica dal Partito Socialista. Fondatore e segretario del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), trasformatosi poi (1951) in Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI), S. fu eletto alla Camera nel 1948 e sempre confermato alle successive consultazioni, divenendo una figura di spicco dei Governi centristi degli anni Quaranta-Cinquanta. Dimessosi nel 1947 dalla carica di segretario del suo partito, divenne nello stesso anno vicepresidente del consiglio e insieme ministro della Marina mercantile. Lasciati gli incarichi governativi, tornò alla segreteria del partito (1949) che tenne fino al 1954, quando assunse nuovamente la vicepresidenza del consiglio (1954-57). Ancora segretario del PSDI nel 1957, lavorò per il riavvicinamento dei due partiti socialisti, preparando le basi politiche per l'avvio della formula di centro-sinistra, da lui auspicata. Nel 1964 fu eletto presidente della Repubblica; durante il settennato si realizzò la riunificazione di PSI e PSDI, da lui lungamente caldeggiata. Scaduto il mandato (1971) e divenuto senatore di diritto, assunse la presidenza del PSDI (1975) che lasciò l'anno successivo a P. Romita (Torino 1898 - Roma 1985).