Uomo politico italiano. Dopo aver partecipato
come volontario alla prima guerra mondiale, entrò nel neonato Partito
Socialista Unitario (socialisti riformisti) nel 1922; nel 1925 fece parte della
direzione del partito, a fianco di Claudio Treves. Perseguitato dal regime
fascista, di cui fu acceso oppositore, fu esule dal 1926 in Svizzera, Austria e
Francia, dove strinse solidi legami con altri esuli antifascisti, tra cui P.
Nenni, F. Turati e i fratelli Rosselli. Rientrato in Italia nel 1943, si
dedicò alla riorganizzazione del Partito Socialista; arrestato a Roma e
consegnato ai Tedeschi, riuscì a evadere e a riprendere l'attività
politica quale membro dell'esecutivo del suo partito. Ministro senza portafoglio
del Governo Bonomi (1944), fu in seguito ambasciatore italiano a Parigi
(1945-46) e membro dell'Assemblea Costituente (1946), di cui tenne la presidenza
fino al gennaio 1947, quando fu artefice della scissione della componente
socialdemocratica dal Partito Socialista. Fondatore e segretario del Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), trasformatosi poi (1951) in Partito
Socialista Democratico Italiano (PSDI),
S. fu eletto alla Camera nel 1948
e sempre confermato alle successive consultazioni, divenendo una figura di
spicco dei Governi centristi degli anni Quaranta-Cinquanta. Dimessosi nel 1947
dalla carica di segretario del suo partito, divenne nello stesso anno
vicepresidente del consiglio e insieme ministro della Marina mercantile.
Lasciati gli incarichi governativi, tornò alla segreteria del partito
(1949) che tenne fino al 1954, quando assunse nuovamente la vicepresidenza del
consiglio (1954-57). Ancora segretario del PSDI nel 1957, lavorò per il
riavvicinamento dei due partiti socialisti, preparando le basi politiche per
l'avvio della formula di centro-sinistra, da lui auspicata. Nel 1964 fu eletto
presidente della Repubblica; durante il settennato si realizzò la
riunificazione di PSI e PSDI, da lui lungamente caldeggiata. Scaduto il mandato
(1971) e divenuto senatore di diritto, assunse la presidenza del PSDI (1975) che
lasciò l'anno successivo a P. Romita (Torino 1898 - Roma 1985).